A Spèza la se disa…

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COD: P8 Categoria:

In questo lavoro sono riuniti – come dice il titolo – proverbi e motti spezzini. Li ho imparati in casa, dalla mia bisnonna Elisa Colombo Melada e dalla nonna Ida Melada Vanni le quali parlavano abitualmente tra loro il dialetto, ma esigevano che noi nipoti ci esprimessimo in italiano per non incontrare difficoltà nel corretto uso scolastico della lingua nazionale. Alla bisavola dunque sono quasi del tutto debitore delle conoscenze sprugoline, anche linguistico-idiomatiche, costituenti la materia del libro. È tuttavia indispensabile aggiungere il mio richiamo ai repertori di Ubaldo Mazzini con proverbi, massime ed espressioni d’eloquio caratteristici dello spezzino disseminati nella sua enorme produzione vernacola in versi ed in prosa. Il materiale pubblicato rappresenta ovviamente una sintesi e proviene da proverbi, da modi proverbiali, da idiotismi tipici, da filastrocche, da versi in metro diverso, da strofette, da cantilene, da giochi di parole e da repertori quali i giorni della settimana, i mesi dell’anno, le stagioni, le dita della mano eccetera. Nel suo insieme il testo intende comunque essere un riecheggiamento fedele del dialetto spezzino come l’adoperavano i nostri vecchi e ad esso rendere omaggio.

Autore

Salvatore A. Zagone

Anno

2006

Pagine

71

ISBN

9788897070481

L\'autore

Salvatore Amedeo Zagone è nato alla Spezia, dove vive – egli sostiene – la sua terza giovinezza grazie a rassicuranti parentesi latinoamericane estive. In effetti, La Spezia per lui fu sempre la sede dei ritorni alla Fusco dopo brevi, lunghi, più lunghi, lunghissimi periodi di lontananza: dalle iniziali scappate giovanili in giro per l’Italia e per la vicina Europa, ai tempi degli studi universitari e del “precariato”– come lo chiama lui – giornalistico a Genova (ove pure si fece le ossa), ai fortunosi viaggi nell’Europa remota, in Medio Oriente, in Africa; dalla stagione della “dimensione borghese” trascorsa in Valtellina ove – com’egli afferma – s’adattò all’insegnamento delle lettere alternato tuttavia, “per non soffocare”, a fughe periodiche connesse con le ricerche di materia viva per i suoi “pezzi da inviato”, all’esilio in Sudamerica invidiatogli da molti durante il quale fece l’operatore culturale per il Governo, diresse Istituti di Cultura, fu Addetto Culturale d’Ambasciata, ma anche il corrispondente di giornali e di agenzie di stampa. Con le Edizioni Cinque Terre ha anche pubblicato Letteratura e civiltà (2003), I letterati spezzini non fan letteratura (2004), Le osterie della Spezia (2006) e A Spèza la se disa… (2006).